Guendalina Bassi, in arte Roxy, si riveste velocemente, di colpo è stanca, vuole tornare a casa. Butta vestiti, scarpe, parrucca nel trolley, lo chiude nervosamente e quasi rompe la cerniera, getta lei rose di Paolo ormai appassite nel cestino, puzzano già. Infila il giubbotto aderente come una seconda pelle e si avvia verso l’uscita, dall’alto del tacco dodici ricorda un fenicottero, elegante, snello. Quello che ci si aspetta da una star dell’Esedra. Il corridoio è deserto ma il clangore del trolley rimbomba fino al portone che si affaccia sulla strada. Tom, l’uomo delle pulizie la saluta con un leggero inchino lanciandole uno sguardo di ammirazione che lei accetta rispondendo con un sorriso. Respira l’aria fredda della notte. Si ferma un attimo, poi si avvia verso l’auto.Antonio, il bell’Antonio, l’aspetta appoggiato al cofano mentre fuma una sigaretta.
“Vattene”. gli dice lei sgarbata a mezza voce, appena lo vede.
“Due parole e sparisco”. il mozzicone sfregola nell’aria poi per terra e lo schiaccia con la punta della scarpa malandata.
“Muoviti. Cosa vuoi?” E’ impaziente di tornare al suo letto, all’attico dei Parioli, ma di Antonio in fondo si fida, nonostante i suoi modi burini.
“Allontanati da Paolo De Benedettis, lo sanno tutti che è pericoloso, più pericoloso di un delinquente. Credimi, ti scongiuro, ascoltami. Ora che mi hanno licenziato non potrò più vegliare su di te“. Si avvicina per abbracciarla ma lei lo respinge.
“Ma va, va! Ancora? E basta !” si allontana in fretta, senza nascondere il suo disappunto nell’ascoltare l’ennesima esternazione non richiesta.
Entra in auto e dal finestrino aperto gli urla :
“Ma chi ti credi di essere, mio padre?”
“No, sono tuo amico” risponde “ se ero tuo padre non eri certo qui, non credi?” le porge un foglietto dal finestrino “Aspetta”. Il fiatone lo sta soffocando “Poi sparisco, ti lascio il numero di telefono di Riccardo, lo conosci, no? Sta preparando uno spettacolo per la televisione nazionale. Se è quello che vuoi questa è la strada, ma Paolo no” .
Lo sa che Antonio l’ha amata da subito, per l’ingenuità contadina che ancora porta sul viso. Ogni sera le lascia in camerino una rosa e la richiesta di un appuntamento che non ha mai ottenuto.
Roxy tormenta la catenina mentre ascolta attentamente. Lungo la strada deserta passa un gatto che si infila fra le sbarre di un cancello. Nessun altro, oltre la luna piena nel cielo.
Forse le voci su Paolo sono vere, forse è davvero un delinquente. O forse così si libera di Antonio per sempre.
“Lascialo subito, prima o poi lo scoprono. Vedrai, avrò ragione.” Insiste.
“Ma che ti importa?”
“Ti rovina, è già successo ad altre, mi dispiacerebbe per te”.
A casa Roxy ripensa ancora alle parole di Antonio e rivede tutto quello che ha ricevuto da Paolo, nutrimento, abiti, affetto, rifugio, il successo del teatro ma anche qualche invito che lei aveva onorato con una specie di inerzia passiva, a disagio.
Le foto, al pensiero delle foto arrossisce. Afferra il cellulare e chiama Paolo.
“Paolo devo parlarti, domani, ci vediamo domani, non sono troppo sicura della cena dall’ On Dal Monte. Non voglio più venire a cena con i tuoi amici”.
“Sei pazza, io ho speso parole, ho mosso il mondo per te”. sbraita Paolo e continua con voce assonnata. ”Te ne pentirai, senza di me non sei nessuno, stronza”. La comunicazione si interrompe, un filo strappato dalla sua vita, ricacciata sulla strada, senza protezione, senza aiuto.
“Può essere vero???” L’angoscia le esplode dentro e le lacrime scendono liberamente.
Cancella con rabbia e furore l’ultimo contatto con il mondo che le è appartenuto per alcuni anni. Si aspettava un chiarimento, due parole, un diniego, ma così no.
Si accascia sul letto, sprofondando nel piumone accogliente. Nello spegnere la luce vede dallo sportello semiaperto dell’armadio i due piumini leggeri viola e beige che aveva ricevuto in regalo la prima notte trascorsa in quella casa con Paolo, affondando in un mazzo di rose rosse.
Non sa bene se è pronta per rinunciare a tutto, serate, ristoranti di lusso e a quel benessere che cercava da quando era partita da casa. No, non è pronta. Non si è mai pronti a diventare poveri.
Dopo una notte insonne Roxy, decide, si rimangerà tutto, supplicherà Paolo, gli dirà che stava male, era stanca. E si farà perdonare.
In cucina afferra la macchinetta del caffè, unico ricordo della sua vita al paese, e pigia la polvere che in parte si sparge sul marmo candido. Mentre aspetta che il profumo riempia la stanza riprova a chiamare Antonio.
“Hai letto i giornali?” dice lui saltando i convenevoli.
“No Mi sono appena alzata. Ti volevo dire che ho ripen…”.
“Accendi la tv allora, tra poco c’è Rainews. Vedrai che sorpresa .Si parla di Paolo”.
“Paolo? Cosa gli è successo? ”
“Ascolta, ascolta Principessa dei ghiacci. Mi ripenserai di sicuro”. dice chiudendo la comunicazione.
Roxy afferra la piccolissima radio color albicocca e cerca di sintonizzarsi su un canale qualsiasi, mentre l’ansia le prende la gola.
“Il famoso Paolo Grossi, conduttore televisivo affermato e grande amante della vita notturna è stato arrestato per istigazione alla prostituzione e traffico di esseri umani. Tutto è nato da una telefonata anonima molto circostanziata al questore della città”. dice la voce metallica.
Roxy corre in camera e vorrebbe accendere la televisione ma il caffè trasborda e cade sul piumone, si espande in una macchia nera. La tazzina cade e dopo una serie di giravolte si sbriciola sul pavimento. Roxy si copre il viso con le mani urlando la sua rabbia, ancora una volta la sua vita cambia percorso.