In questi giorni pare un bollettino di guerra: si suicidano uomini quasi ogni giorno, uomini disperati, depressi, stanchi di vivere e di pensare al futuro. Spesso i parenti dicono “Potevamo aiutarlo, se l’avessimo saputo” Certamente l’isolamento produce questo risultato. E’ solo isolamento o altro? Non so, rimango sempre ammutolita di fronte a queste tragedie, che se mettono fine alla disperazione del suicida devastano la vita dei parenti e di chi lo conosceva ponendo la domanda che divorerà per sempre: “Perché non me ne sono accorto? Da che parte stavo guardando? Avrei potuto fermarlo?”
Anche a me è capitato di conoscere un suicida. Me lo disse tranquillamente che si sarebbe suicidato e che aveva già deciso da tempo e che nessuno poteva fargli cambiare idea. Non aveva futuro, diceva, anche se dal mio punto di vista la sua vita era viva. Mi disse anche che il dolore della morte non sarebbe ricaduto sui vivi. A volte desidero che lui diventi uno spirito per scoprire quanto dolore c’è ancora nelle vite di chi ha lasciato. Quando è accaduto mi sono chiesta per molto tempo se non ero stata poco incisiva, troppo distratta dalle mie cose, ma poi ripensando a quello che mi aveva detto ho capito che non avrei potuto fermarlo. Dentro di sé era già deciso.
Domanda a cui nessuno poi risponderà: potevo impedirlo? Non lo so, ma temo che quando uno ha preso una decisione così estrema ci sia poco da fare. Perché , penso, ma non sono uno psicologo , che ci sia una maturazione dietro questa idea, del tempo tra il pensiero e l’azione e solo un evento scatenante può renderlo reale. Le macerie che animano le nostre menti sono insondabili e non so quanto dolore possa esserci dietro una scelta così estrema. Non basta la difficoltà negli affari o un cambiamento di vita, a me spaventa l’idea che queste persone percepiscano vuoto dentro l’anima così grande da non riuscire a riempirlo, nemmeno con gli affetti familiari. Un pensiero a Cevenini e a tutti gli uomini e le donne che non sono riusciti a sopportare la vita.
Aggiungo la spiegazione di uno psicologo, perché il tema è estremamente delicato e il rischio emulazione, dati i tempi è molto alto.