Concordo con Zucconi

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Ho visto le riprese dell’incendio al furgone in tv. La massa nera di uomini che si muoveva come in un balletto crudele e violento nella piazza sempre più sgombera di persone. Sono rimasti in pochi, oltre ai blak blok ad aggredire la camionetta, come cani attaccati all’osso. Sembrava quasi che dovessero farlo, per firmare con un gesto definitivo  un pomeriggio da cani. I poliziotti sono usciti dal blindato, la folla era ferma, poi  ci sono stati molti tentativi di appiccare l’incendio, alcuni minuti di attesa, di prove e, poi le fiamme si  sono levato dal metallo, mentre qualcuno scriveva una sigla sulle lamiere. Ho telefonato a degli amici che sapevo alla manifestazione , erano in un altro corteo, e comunque stavano tornando a casa. Per fortuna, ho pensato,  c’erano altri cortei. E la manifestazione non era solo quelle immagini che ricordavano Genova e il G8.  La manifestazione era anche gente pacifica che ha urlato la sua indignazione, ora più grande. Insieme al resto del mondo. Uniti.

5 pensieri su “Concordo con Zucconi

  1. C’ERANO ALTRI CORTEI

    … mentre il percorso e la piazza previsti erano occupati da teppisti, incendi e lacrimogeni, e io, sopravanzato il gruppo criminale per non restare “tagliato fuori”, cercavo di tenermi simbolicamente prima in piazza San Giovanni poi nei pressi, dove si svolgevano assemblee in strada per riaffermare il senso della manifestazione.

    Nel frattempo le masse annunciate ma non viste in piazza San Giovanni, dopo lo sbandamento, andavano al Circo Massimo dove, nonostante le inevitabili defezioni per paura e mancanza di informazioni, ricreavano una grandissima manifestazione pacifica.

    Poi corteo alla Piramide da dove in “solo poche decine di migliaia”, trovavano ancora la forza ideale e fisica di tornare in corteo all’università “La Sapienza”. Orgogliosa consapevolezza, parole d’ordine – di questi tempi – neanche troppo confuse: contro il precariato, contro il sistema mondiale che lo genera, per la riappropriazione anzitutto della cultura, dei beni comuni, della manifestazione, della città.

    Li ho visti emergere dal buio – scena surreale tra Fellini e Kusturica – sulla tangenziale interna di via Marco Polo, sono tornato indietro con loro, costeggiando piazza San Giovanni in un simbolico gesto di riappropriazione, i romani dei quali si preoccupa Alemanno (quelli che non erano come me in corteo) applaudivano dalle finestre. Poi, ancora più scenicamente (forse per la presenza degli occupanti del “Teatro Valle”), tutta la sopraelevata fino a San Lorenzo; attraversato mentre i camerieri sfruttati nei ristoranti, i vecchi e gli immigrati facevano ala plaudenti (si vedeva perfino una venticinquennne lasciare il lavoro per venire ad alzare il pugno chiuso).

    Non metto in conto l’entusiasmo sfrenato degli abitanti degli appartamenti “di Fantozzi”, con le finestre a un metro dalla sopraelevata. Credo che più che consenso politico esprimessero soddisfazione per non avere sotto casa le solite automobili. Ma non è parte del tema generale quello sviluppo urbano che consente alla bulimia speculativa di avere nelle stesso luogo autostrade e palazzoni?

    Mi dicono che contemporaneamente altri cortei attraversavano la città.

    Ma no so quanto di tutto questo troveremo sui giornali e nella mefitica televisione.

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    1. @Luca lascio alle tue parole il racconto della manifestazione, non hanno bisogno di alcun commento. Come vedi oggi si parla dei ” neri” in vario modo. Le tue domande sono anche le mie, perchè in tanti anni di proteste è cambiato proprio poco, ma non demordo,spero ancora.l Grazie Riri52

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  2. LA GIOVENTU’ E’ UN DIRITTO?

    OVVERO … “DELLA STORIA” E “DEL CREARE E ORGANIZZARE”

    Zucconi su Repubblica WEB ha affermato una cosa in teoria giustissima: “spetta alla polizia garantire l’ordine pubblico, tutelando chi vuole manifestare pacificamente”.

    Tuttavia suggerisco di riflettere sulla parafrasi di un antico motto: “aiutati, che la polizia ti aiuta” (e le resta più difficile remare contro la democrazia e i propri doveri come vorrebbe l’ 1% per usarla contro il 99%).

    Qualcuno si sta organizzando per resistere ai provocatori. Evidentemente manifestare con bastoni è un reato, ma servono più organizzazione e meno ingenuità.

    La democrazia si conquista e si difende tutti i giorni o la si perde.

    Le forme per organizzare il conflitto hanno riempito libri di teoria e di storia.

    Purtroppo è la terrificante forza della gioventù arrogarsi il diritto di risperimentare tutto, rifiutandosi di fare proprie esperienze non personalmente vissute.

    Ad un certo punto si scopre che non si sta partecipando a pranzi di gala e si deve crescere.

    Nel terzo mondo si è adulti già dall’infanzia violata. Da noi, in altri anni, si facevano sforzi per esserlo da adolescenti. Da diversi anni incontro trentenni che fanno errori puerili come se avessero diciassette anni. E nessun nuovo movimento riesce a consolidarsi.

    Il consiglio è informarsi, riflettere, valutare errori e successi altrui (e poi propri), creare la propria forma organizzativa senza pretendere di immaginarla dal nulla.

    Rischi? Tantissimi! Discutiamone.

    Cerchiamo però di rendere chiari a tutti i rischi dell’inania e dell’ignoranza.

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    1. @Luca concordo: nelle manifestazioni ci vuole un servizio d’ordine e una grande organizzazione. Viviamo nell’epoca del flash mob ( spero si dica così) l’epoca degli incontri e delle manifestazioni estemporanee, quindi faccio fatica a pensare a un servizio di controllo e prevenzione contro i violenti. Bisognerà riscoprire modi obsoleti di organizzare questi eventi, tipo il servizio d’ordine di una volta. Ma sono certa che si migliorerà. I giovani, perchè sono giovani, devono imparare dall’esperienza. E sabato in molti se ne sono fatta una, brutta e sgradevole purtroppo. Anche dei trentenni che fino ad oggi sono vissuti convinti di avere la vita in mano, e invece , putroppo, non hanno molto. Non è colpa loro, per una volta lo voglio dire, la colpa è del sistema. Ciao Riri52

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